La meditazione dell’oscurità è un metodo tantrico. Ti aiuterà a confrontarti con qualsiasi paura inconscia potresti avere del buio e della morte. Praticando questa meditazione, crei una
profonda amicizia con l’oscurità, cosa che ti permette di entrare in un rilassamento che mai hai conosciuto finora. Questa meditazione dev’essere fatta in un ambiente assolutamente oscurato e la pratica può durare per un tempo indefinito. Se segui il formato di un’ora qui suggerito durante il giorno, assicurati di avere poi un lasso di tempo, prima di guidare una macchina o di tornare a immetterti nel vortice di impegni che ritma la tua vita quotidiana.
Istruzioni
La meditazione dura un’ora ed è formata da due fasi.
Primo stadio: 45 minuti
Siediti. Resta a occhi aperti e fissa nell’oscurità, in quel vuoto di buio, in quel nero. Continua a fissare in quell’oscurità, sentiti in pace e osserva in quel buio. Inizierà a entrarti negli occhi, e poi tu inizierai a entrare in lui. Affioreranno lacrime, i tuo occhi potrebbero farti male, dolerti – ma non preoccuparti, continua. Nel momento in cui l’oscurità, il vero buio che è lì presente, entra nei tuoi occhi, ti darà una profonda sensazione lenitiva. Sarai ricolmo di questa oscurità.
Secondo stadio: 15 minuti
Adesso sdraiati. L’oscurità è la madre di ogni cosa. Se tutto scomparisse, rimarrebbe soltanto l’oscurità. Dunque, l’oscurità è la madre, il ventre. Senti quel ventre che ti avvolge da tutte le parti, e tu sei in lui. Al termine dell’ora, torna indietro e ricorda, mentre ti muovi, vai al lavoro, parli, mangi, qualsiasi cosa fai, di portare un pezzo di oscurità dentro di te. Se ti porti dietro l’oscurità che è entrata in te, tutto il tuo corpo diventerà così rilassato e calmo, così quieto, che verrà avvertito all’esterno.
Shiva dice: «Con la pioggia, in una notte oscura, penetra quell’oscurità in quanto forma delle forme».
Come entrare in quell’oscurità? Tre passi.
─ Il primo passo:
Fissa immobile l’oscurità. È difficile. È facile fissare una fiamma, qualsiasi fonte di luce, in quanto esiste in forma di oggetto, la si può indicare; puoi dirigere verso di lei la tua attenzione. L’oscurità non è un oggetto; è ovunque, ti circonda. Non la puoi distinguere in quanto oggetto. Fissa l’indefinito, ti circonda; devi solo guardarlo. Tranquillizzati e osservalo. Inizierà a entrare nei tuoi occhi; e quando l’oscurità entra nei tuoi occhi, tu entri in lei.
Rimani con gli occhi aperti quando pratichi queste tecniche nell’oscurità della notte. Non chiudere gli occhi, perché con gli occhi chiusi evidenzi un’oscurità diversa, tua, mentale; non è reale. E in realtà si tratta di un elemento negativo, non è un’oscurità positiva. Qui c’è luce: se chiudi gli occhi potrai avere il buio, ma si tratta solo del lato negativo del fenomeno luminoso. Accade la stessa cosa se guardi una finestra: se chiudi gli occhi vedrai il riflesso negativo della finestra. Tutte le nostre esperienze si fondano sulla luce, per cui, quando chiudiamo gli occhi abbiamo un’esperienza negativa del fenomeno luminoso che chiamiamo buio. Non è reale, non servirà a nulla. Nell’oscurità, apri gli occhi e tienili aperti: avrai un’oscurità diversa, l’oscurità positiva che si stende di fronte a te. Fissala immobile, e continua a fissarla senza batter ciglio. Inizierai a lacrimare, gli occhi ti faranno male, sentirai dolore; non ti preoccupare, persisti.
E nel momento in cui l’oscurità, la vera oscurità che ti circonda, penetra nei tuoi occhi, ti procurerà una sensazione di profonda quiete. Quando la vera oscurità entra in te, ne verrai ricolmato. E questo riversarsi in te dell’oscurità ti svuoterà di ogni forma di buio negativo: è un fenomeno molto profondo. Il buio che possiedi in te è un fenomeno negativo: si contrappone alla luce: non è assenza di luce, è contrapposto alla luce. Non è l’oscurità di cui Shiva parla, in quanto forma di tutte le forme in quanto oscurità reale. Ne abbiamo così paura, che abbiamo creato un’infinità di fonti luminose, come semplici protezioni, e viviamo in un mondo illuminato.
Per cui, quando chiudiamo gli occhi, il mondo illuminato si riflette in negativo all’interno del nostro essere. Abbiamo perso ogni contatto con l’oscurità reale presente là fuori: l’oscurità degli Esseni, l’oscurità di Shiva. Non abbiamo più alcun contatto con questa fonte. Ne abbiamo così paura che le abbiamo voltato completamente le spalle, ce ne siamo allontanati radicalmente. Quindi, sarà un esercizio difficile; ma se riesci a farlo, è miracoloso, è magico. Arriverai ad avere un essere completamente diverso: quando l’oscurità entra in te, tu entri in lei. È sempre un fenomeno di reciprocità, interattivo. Non puoi penetrare in nessun fenomeno cosmico senza che questo entri in te. Non lo puoi prendere con violenza, non puoi forzare alcuna penetrazione.
Se sei disponibile, aperto, vulnerabile, e se riesci a dare spazio affinché qualsiasi sfera cosmica entri in te, solo in questo caso tu entrerai in lui: è sempre un fenomeno reciproco. Non puoi forzarlo, gli puoi solo dare spazio, permettere che accada. Se rimani con l’oscurità, se ci convivi per tre mesi, un’ora al giorno, perderai ogni sensazione di individualità, di separazione. A quel punto non sarai un’isola: diventerai l’oceano. Ti fonderai con l’oscurità, ed essa è così oceanica che non esiste nulla di tanto vasto, di tanto eterno. E niente è più vicino a te, tuttavia nulla ti fa più paura, è la cosa che più temi. Eppure, si trova proprio dietro l’angolo, è sempre in attesa. Fissala, così che entri nei tuoi occhi.
─ Il secondo passo:
Sdraiati con la sensazione di trovarti di fianco a tua madre. L’oscurità è la madre, la madre di ogni cosa. Pensaci: quando non c’era nulla, cosa esisteva? Non puoi pensare ad altro che non fosse oscurità. E se tutto scomparisse, cosa rimarrebbe? L’oscurità. L’oscurità è la madre, il ventre, per cui sdraiati con la sensazione di sdraiarti nel ventre di tua madre. E diventerà una cosa reale, diventerà qualcosa di caldo; prima o poi inizierai ad avere la sensazione che l’oscurità, il ventre, ti avviluppa da ogni lato, e tu ci sei immerso.
─ Il terzo passo:
Mentre cammini, vai al lavoro, parli, mangi, mentre fai una cosa qualsiasi conserva in te una macchia di oscurità. Porta con te quell’oscurità che è entrata in te. Il semplice ricordare che stai portando oscurità dentro di te – ne sei ricolmo, ogni cellula del tuo corpo, ogni poro è ricolmo di oscurità – ti farà sentire profondamente rilassato. Provalo. Ti sentirai rilassato come non mai. Tutto in te si acquieterà. Non riuscirai più a correre, camminerai, e quel camminare sarà meno affrettato.
Camminerai lentamente, come cammina una donna incinta. Camminerai lentamente, con estrema attenzione. Dentro di te porti qualcosa. La cosa opposta accade quando porti in te una fiamma: il tuo passo sarà più veloce; addirittura desidererai correre. In te ci sarà più movimento, sarai più attivo. Portando in te oscurità, sarai rilassato. E gli altri avranno la sensazione che tu sia un fannullone. Provaci. È una delle esperienze più belle della vita portare oscurità nel proprio ventre, diventare oscuro.
Mentre cammini, quando mangi, quando sei seduto – qualsiasi cosa fai – ricorda che l’oscurità ti riempie: ne sei ricolmo. E a quel punto osserva come cambiano le cose. Non puoi eccitarti, non puoi essere troppo attivo, non puoi andare in tensione. Il tuo sonno diventerà così profondo che i sogni scompariranno e per l’intera giornata camminerai come se fossi intossicato da stupefacenti.